E’ stata la Scuola Media Statale “Francesco Cilea” di Caivano ad aggiudicarsi la 2^ edizione del premio cinemtaografico per cortometraggi “Peppino Impastato” con un filmato intitolato “La maglietta numero undici”.
La giuria ha scelto all’unanimità il vincitore, fra gli oltre quaranta filmati pervenuti, perché “ha colpito tutti per la recitazione e per la regia ma soprattutto perché sottolinea il valore della solidarietà fra i compagni di scuola”.I giurati hanno definito straordinari i due protagonisti, Giacinto Falco e Giovanni Pepe, premiati anche come migliori attori. Gli altri premi sono andati al liceo classico “Francesco Durante” di Frattamaggiore (migliore sceneggiatura), al 3^ Circolo Didattico del Parco Verde di Caivano (miglior progetto), alla Scuola Media “Redentore” di Mantova (miglior musica), alla Media “Torricelli” di Casandrino (migliore fotografia). L’attrice che più è piaciuta è stata Maria Luongo, comparsa in un filmato girato dall’associazione “Caivano Pulita”.La giuria era formata dal pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Palermo memoria storica dell’antimafia, Antonino Ingroia, dall’attrice Valeria Vaiano, dallo scrittore e docente universitario Salvatore lo Bue e dalla professoressa Emma Bottiglieri.Pienissimo l’auditorium di Caivano che ha ospitato la due giorni, conclusosi in serata con l’inaugurazione di una mostra sulla vita di Peppino Impastato, allestita presso la scuola di Inglese British Centre. Sono arrivati pulmann di alunni da tutta la provincia di Napoli, perfino una scuola di Mantova ha partecipato all’evento.Il sindaco Semplice ha definito di grande spessore i temi affrontati, due dibattiti “L’ecomafia” e “La scuola incontra la legalità”; l’Assessore Franco Palmiero, insieme ai direttori artistici Giovanni Impastato e Gregorio Mascolo, hanno promesso di impegnarsi da subito per realizzare la 3^ edizione. Forte la dichiarazione di Giovanni Impastato, fratello di Peppino ed ideatore del premio, “mio fratello è diventato un punto di riferimento per le nuove generazioni, un esempio di rottura della cultura mafiosa, bisogna collaborare con la parta sana delle istituzione, in Sicilia purtroppo la classe politica è totalmente collusa con la mafia”.Per Antonino Ingroia, uno dei giudici palermitani più esposti nella lotta alla mafia, “la scuola sta facendo grossi passi in avanti nella cultura della legalità e il cinema è un ottimo strumento per divulgarla, Cosa Nostra si vince, come afferma Bufalino, con un esercito di maestri elementari. Il magistrato ha sottolineato l’elevato livello di infiltrazione della Piovra nelle istituzioni, ricordando che la politica rispecchia la società”.